In un momento in cui i media italiani continuano a buttare fango su internet ed i suoi contenuti, sono lieto di raccontare una storia in cui un blogger italiano apre gli occhi ad una multinazionale americana e all'Italia intera. Parlo dell'avvocato/professore Guido Scorza e del progetto Android di Google.
Azione. La storia inizia quando il colosso del search decide di escludere l'Italia dal concorso indetto per lo sviluppo di Android, sistema operativo per cellulari. Concorso che premierà i realizzatori dei software migliori, attraverso somme che vanno dai 50 ai 275 mila dollari. La motivazione starebbe nelle restrizioni della legge italiana, la quale obbligherebbe Google, in quanto promotore di un concorso a premi, a versare una caparra pari all'intero ammontare del montepremi (10 milioni di dollari), in via preventiva.
Sul sito dell'iniziativa si legge (grassetto mio):
"The Android Developer Challenge is open to individuals, teams of individuals, and business entities. While we seek to make the Challenge open worldwide, we cannot open the Challenge to residents of Cuba, Iran, Syria, North Korea, Sudan, and Myanmar (Burma) because of U.S. laws. In addition, the Challenge is not open to residents of Italy or Quebec because of local restrictions".
Reazione. La blogosfera italiana non prende bene la scelta di Google e si moltiplicano i post che parlano dell'accaduto. La questione non è di poco conto ed anche il Ministro Di Pietro dice la sua, pubblicando la mail di un lettore e prendendosela con l'eccessiva burocrazia del Nostro Paese.
Soluzione. Il problema in realtà non esisterebbe. Se ne accorge l'avvocato Guido Scorza, che pubblica un post, ripreso due giorni fa da repubblica.it, in cui riporta l'art. 6 del D.P.R. 26-10-2001 n. 430:
"Non si considerano concorsi e operazioni a premio: a) i concorsi indetti per la produzione di opere letterarie, artistiche o scientifiche, nonché per la presentazione di progetti o studi in àmbito commerciale o industriale, nei quali il conferimento del premio all'autore dell'opera prescelta ha carattere di corrispettivo di prestazione d'opera o rappresenta il riconoscimento del merito personale o un titolo d'incoraggiamento nell'interesse della collettività".
Previsione. Al momento l'Italia non è stata ancora abilitata al concorso. Non ci sono posizioni ufficiali nè da parte del team italiano, nè da quello della Silicon Valley. Tuttavia, la possibilità che la situazione cambi c'è. Non resta che ringraziare l'avvocato Scorza che, nel caso la situazione mutasse in positivo, si accontenterebbe di un invito a cena.
Azione. La storia inizia quando il colosso del search decide di escludere l'Italia dal concorso indetto per lo sviluppo di Android, sistema operativo per cellulari. Concorso che premierà i realizzatori dei software migliori, attraverso somme che vanno dai 50 ai 275 mila dollari. La motivazione starebbe nelle restrizioni della legge italiana, la quale obbligherebbe Google, in quanto promotore di un concorso a premi, a versare una caparra pari all'intero ammontare del montepremi (10 milioni di dollari), in via preventiva.
Sul sito dell'iniziativa si legge (grassetto mio):
"The Android Developer Challenge is open to individuals, teams of individuals, and business entities. While we seek to make the Challenge open worldwide, we cannot open the Challenge to residents of Cuba, Iran, Syria, North Korea, Sudan, and Myanmar (Burma) because of U.S. laws. In addition, the Challenge is not open to residents of Italy or Quebec because of local restrictions".
Reazione. La blogosfera italiana non prende bene la scelta di Google e si moltiplicano i post che parlano dell'accaduto. La questione non è di poco conto ed anche il Ministro Di Pietro dice la sua, pubblicando la mail di un lettore e prendendosela con l'eccessiva burocrazia del Nostro Paese.
Soluzione. Il problema in realtà non esisterebbe. Se ne accorge l'avvocato Guido Scorza, che pubblica un post, ripreso due giorni fa da repubblica.it, in cui riporta l'art. 6 del D.P.R. 26-10-2001 n. 430:
"Non si considerano concorsi e operazioni a premio: a) i concorsi indetti per la produzione di opere letterarie, artistiche o scientifiche, nonché per la presentazione di progetti o studi in àmbito commerciale o industriale, nei quali il conferimento del premio all'autore dell'opera prescelta ha carattere di corrispettivo di prestazione d'opera o rappresenta il riconoscimento del merito personale o un titolo d'incoraggiamento nell'interesse della collettività".
Previsione. Al momento l'Italia non è stata ancora abilitata al concorso. Non ci sono posizioni ufficiali nè da parte del team italiano, nè da quello della Silicon Valley. Tuttavia, la possibilità che la situazione cambi c'è. Non resta che ringraziare l'avvocato Scorza che, nel caso la situazione mutasse in positivo, si accontenterebbe di un invito a cena.
AGGIORNAMENTO 21/11/2007 - Oggi Google Italia ha ringraziato gli utenti per l'attenzione mostrata nei confronti del progetto Android ed ha lasciato una speranza agli aspiranti concorrenti, affermando che è loro "intenzione essere totalmente in linea con i requisiti previsti dalla legge italiana e permettere agli sviluppatori residenti in Italia di partecipare alla seconda fase".
3 commenti:
Ciao Alessandro...
hai visto che roba!?
Altro che avvocati di google....
Ciao Freelance!
In effetti gli avvocati di Google sono stati un po' distratti, ed ancora una volta la nostra amata blogosfera ha trovato la soluzione!
A presto! :)
interessante articolo.
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