Nel post precedente ho fatto un classificazione dei siti/blog fake, secondo il grado di pericolo per il quieto vivere della rete. Pericolo che è tanto maggiore quanto minore è il livello di onestà di chi si cela dietro il fake. Proprio l'essere onesti è una prerogativa importantissima per qualsiasi azienda che voglia fare ricorso a queste pratiche, al punto che soltanto i fake di livello giallo e verde sono apprezzati dagli utenti. Ma quali sono le variabili che possono incidere sul successo di una iniziativa di questo genere? Ecco come la penso io:
- Onestà. Come dice il proverbio, lo scherzo è bello quando dura poco. Anche se non si vuol svelare al primo contatto chi c'è dietro l'iniziativa, sarebbe opportuno far capire che si tratta di una operazione commerciale. Del resto, le campagne teaser [1] che si vedono sui media tradizionali, sono riconosciute dalle persone come commerciali.
- Strumento utilizzato. Gli internauti vivono il blog come uno strumento genuino. Qualsiasi atto che tenti di intaccare questa genuinità è visto in malo modo. Un sito internet si presta maggiormente al fake, anche se il blog ha una forza virale maggiore.
- Interazione. Questo è un punto piuttosto delicato. Se alla gente non piace essere presi in giro, piace ancor meno che questo sia palesato. Utilizzare un blog senza che i visitatori sappiano, o intuiscano, cosa c'è dietro, potrebbe portare ad ancor più pesanti reazioni una volta svelato l'inganno.
- Capacità di coinvolgere. Ogni fake che si rispetti deve attirare l'attenzione della gente e riuscire ad intrattenerla. L'arma più utilizzata è sicuramente la simpatia.
- Compatibilità. Il progetto deve essere compatibile con l'azienda, la sua mission, i suoi valori, i suoi prodotti. In questo modo, il "trauma" della scoperta sarà più sopportabile.
Glossario:
[1] Teaser. Termine utilizzato per definire le campagne pubblicitarie che hanno lo scopo di incuriosire il lettore/spettatore, senza svelare chi c'è dietro l'iniziativa.
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