martedì 7 agosto 2007

Riflessioni sul "fake web"

Il Web è infestato dai fake, questo è un dato di fatto. Non tutti sono uguali però. Essi possono essere distinti per gravità, un po' come si fa per i pazienti del pronto soccorso.
  • codice rosso. È il fake dei truffatori e la sua massima espressione è data dal phishing. L'utente viene condotto in finti siti web, spesso di banche, e indotto ad inserire dati personali e codici, i quali saranno utilizzati per derubarlo. Il clonato viene danneggiato, in quanto aumenta la diffidenza nei suoi servizi online.
  • codice arancione. È il fake dei furbetti, quello di chi fa finta di essere un altro per trarne qualche vantaggio, pur non danneggiando nessuno economicamente. Ne fanno parte i fake blog di ammiratori di particolari prodotti, tramite i quali le aziende vogliono pubblicizzarli.
  • codice giallo. È il fake dei buontemponi, quello di chi non ammette di mentire, ma dissemina indizi per far sorgere il dubbio, tramutandolo via via in certezza. È il caso, forse, di Pazzolivo. Il confine con l'arancione è molto sfumato.
  • codice verde. È il fake dei falsi bugiardi, quello smascherato ancor prima di essere visto, o quasi. Si pensi al fake site di un centro benessere per pubblicizzare Hostel 2 o ai commercianti di vestiti dalle grandi tasche della Nokia.

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