Ritengo che possano essere individuate due correnti di pensiero riguardo la misurazione dei benefici derivanti da un corporate blog. Una di natura economica, l'altra di natura sociale.
Pensiero economico. Il 25 gennaio scorso Steve Rubbel svelava che la Forrester, società americana che si occupa di ricerche di mercato da 23 anni, aveva fatto uno studio per valutare il ritorno degli investimenti (ROI) nei corporate blog. Tale ritorno era calcolato dal numero di attività che andavano a ridursi o a scomparire. Lo schema proposto da Rubbel era ben strutturato, qui ne propongo una traduzione:
Pensiero sociale. Da tempo si sta diffondendo l'idea che il ROI vada inteso come Return on Influence, piuttosto che come Return of Investment. Questo partendo dal presupposto che, così come è impossibile valutare l’effettivo impatto sulle vendite di uno spot pubblicitario, sarebbe eccessivo cercare di farlo per un corporate blog. Secondo tale prospettiva, visto il progressivo cambiamento dei mercati, che vede consumatori sempre più colti e attenti ai particolari, si rende necessario un tentativo di analisi dell’influenza che l’azienda riesce ad avere grazie al blog, del passaparola che riesce a generare e della credibilità che le viene attribuita. Pierluca Santoro ha analizzato meticolosamente la questione.
Le metriche, dunque, sembrano esserci. Probabilmente è l'eccessiva attenzione al rendimento di breve periodo che può essere identificata come una causa della scarsa diffusione dei corporate blog in Europa.
Le metriche, dunque, sembrano esserci. Probabilmente è l'eccessiva attenzione al rendimento di breve periodo che può essere identificata come una causa della scarsa diffusione dei corporate blog in Europa.
2 commenti:
Ciao Alessandro, è interessante questo aspetto del Return On Influence rispetto al Return Of Investment e rispecchia la realtà di una comunicazione che non è la bacchetta magica del tutto e subito, ma una strategia complessa e di lungo periodo. E credo che le aziende europee soffrano di questa eccessiva attenzione al rendimento di breve periodo. E' sicuramente una grave miopia. Comunque vorrei aggiungere che molte realtà aziendali europee, e specialmente italiane, non si sono ancora rese conto del mezzo blog per fare comunicazione d'impresa, in molti casi non lo conoscono neanche.E questa inconsapevolezza, fatto ancor più preoccupante, in alcuni casi riguarda le stesse imprese di comunicazione.
Attualmente non c'è molta consapevolezza, hai pienamente ragione. Alcuni glog partono per poi sparire nel nulla, altri non vedono mai la luce. Ma come fa notare anche Alessio Jacona in risposta al post di Domenico qualcosa si muove..
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